Rapporto con gli artisti del suo tempo
Arrivata in Italia nel 1941, Eva Fischer si stabilisce nel 1946 a Roma, città che sceglie per ricostruire la sua vita e presso la quale ritornerà sempre.
Inizia a esporre in Via Margutta e incontra personalità che lasciano un segno nella storia. Stringe amicizia con numerosi artisti e intellettuali; tra i colleghi, gode della stima e del sostegno di Renato Guttuso, che abita proprio in Via Margutta e Mario Mafai, Corrado Cagli e Amerigo Tot, Luigi Bartolini e Mino Maccari e ancora Arnoldo Ciarrocchi ed Emilio Greco.
Conosce Gino Severini e Franco Gentilini, frequenta Massimo Campigli, Pericle Fazzini, Carlo Levi, Giuseppe Capogrossi, Marcello Avenali e Alfonso Gatto. Profondo è il legame con Mirko Basaldella e Giorgio De Chirico, che ricorda come un uomo dall’estrema gentilezza e con il quale appare in alcune foto.
Eva si allontana di rado dalla Città Eterna, come quando soggiorna a Parigi, a Saint Germain des Près, per continuare i discorsi romani con Marc Chagall, con cui condivide le origini ebraiche e del quale, già grande ammiratrice, diventa amica. A ospitarla nella Ville Lumière è Ossip Zadkine, che apprezza la sua ricerca; è il periodo dei paesaggi romani.
A Madrid ritrova Salvador Dalì e Pablo Picasso; di quest’ultimo, conosciuto a casa di Luchino Visconti, conserva un’incisione, ricordo di un’amicizia sincera. Dalì è innamorato delle opere della Fischer che raffigurano i mercati, mentre Picasso la incoraggia ad andare avanti con le sue barche e le sue architetture mediterranee. Nei primi anni Sessanta la sua pittura, diventata popolare nella Penisola Iberica, è al centro dei dibattiti nell’atelier di Joana Mordò tra gli artisti spagnoli, ancora in lotta contro il franchismo.


















































